La parola a Massimo Buccilli, Presidente di EdilegnoArredo

Massimo Buccilli, Presidente di EdilegnoArredo

Riqualificazione e internazionalizzazione. Pensare green, promuovere in maniera efficace all’estero e un'elevata qualità espositiva sono i principali punti di forza della filiera, secondo il presidente di EdilegnoArredo.

Massimo Buccilli, Presidente di EdilegnoArredo
Massimo Buccilli, Presidente di EdilegnoArredo

In Italia la sostenibilità significa soprattutto puntare sulla riqualificazione delle città e del patrimonio abitativo esistente, più che sul nuovo e sull'ennesimo consumo di territorio. Attorno a questo tema si moltiplicano le iniziative di condivisione e approfondimento, come BuildSMART! a Made expo di quest'anno. Abbiamo chiesto a Massimo Buccilli, neo-presidente di EdilegnoArredo, di esprimere il proprio punto di vista in proposito e di illustrarci gli impegni della Federazione.

Nell'ultimo decennio abbiamo assistito a una condivisa messa in discussione delle nostre consuetudini costruttive, abitative, di consumo energetico, immaginando un futuro declinato secondo i paradigmi di efficienza, sicurezza, sostenibilità. Siamo oggi pronti per costruire in un modo sostenibile, ma anche a un costo sostenibile?

Bisogna pensare di abitare green, anche se comporta dei costi che dobbiamo considerare come investimento. I risultati si vedranno nel tempo: basti pensare che rigenerare i circa 6 milioni di edifici esistenti significa rilanciare il mercato dell'edilizia salvaguardando l'ambiente. La riqualificazione del costruito è indispensabile per rilanciare in maniera del tutto efficiente il patrimonio edilizio italiano  esistente. Di recente, a Made, con BuildSMART, si è ribadito che oggi "sostenibilità e innovazione sono al centro del progetto". C'è interesse per risparmio ed efficienza energetica, performance gap (scostamento tra le prestazioni energetiche reali e quelle attese), comfort abitativo, riqualificazione e rigenerazione urbana, comportamento degli utilizzatori per il dissesto idrogeologico e rischio sismico, fondamentali per realizzare e riqualificare in sicurezza.

Quali sono, dal suo punto di vista, le criticità più urgenti da affrontare per modellare un riuso efficiente dei nostri centri storici?

Trovare una sintesi tra le necessità di preservazione e conservazione degli edifici storici e la necessità di una maggiore performance abitativa in termini di risparmio energetico e ammissione di luce naturale. Negli ultimi anni le Soprintendenze ai Beni architettonici hanno dimostrato maggior attenzione alle tematiche di adeguamento funzionale degli edifici, ma la distanza da colmare rimane ancora consistente.

Secondo lei, quanto è consapevole la politica della necessità improcrastinabile di indirizzare, sostenere e promuovere questo nuovo orientamento?

Credo ci sia una maggiore consapevolezza in questo senso. Un segnale di questa attenzione è arrivato in occasione di MADE, dove un panel di figure, anche istituzionali, ha affiancato esponenti ai vertici del mondo professionale, principali associazioni di categoria e sistema delle imprese arricchendo di contenuti BuildSMART!.

Qual è e quale sarà l'impegno di EdilegnoArredo in questa direzione?

Fare cultura e innovazione, applicando i concetti di formazione/didattica a partire dalle nostre aziende. È un processo culturale lungo, che ci vede impegnati in prima linea. Sviluppare inoltre, ove possibile, prodotti che tengano conto delle nuove esigenze abitative in senso di risparmio energetico, ma anche con caratteristiche estetiche e dimensionali adatte ad ambienti più complessi e mutevoli come quelli che riscontriamo nei centri storici.

Mercato interno e internazionalizzazione: quali iniziative e linee guida orienteranno l'attività della Federazione a supporto dei bisogni di visibilità e rilancio delle aziende associate?

Punti di forza della filiera sono la promozione efficace all'estero e l'elevata qualità espositiva. La recente edizione di MADE li ha sintetizzati. Per il mercato interno l'attenzione degli operatori è puntata sul  turismo con iniziative quali MADE4Contract Hotel, che favorisce le opportunità del bonus per la  ristrutturazione degli hotel: un credito d'imposta del 30% sugli investimenti effettuati fino a un massimo di 200.000 euro. Per l'estero i contatti con gli operatori stranieri sono la priorità. Stiamo collaborando con Italian Trade agency-ICE e il piano estero 2015 conta sul rafforzamento degli investimenti, mirati a incrementare il numero di visitatori qualificati. L'obiettivo è portare la filiera all'estero e, viceversa, fare attrazione negli eventi "nostri". L'affluenza di delegati stranieri a MADE è stata di circa 200 rappresentanti da 25 Paesi con incontri B2B fra espositori e delegazioni di progettisti, developercontractor da tutto il mondo.

Sin dal suo debutto, MADE expo ha affiancato al ruolo di piattaforma di business quello di catalizzatore culturale dell'intero sistema delle costruzioni. Quale bilancio farebbe di questa 7ª edizione, del suo format e dei suoi obiettivi?

Il bilancio del Made expo è senz’altro positivo, considerando il momento drammatico che il settore sta vivendo. Credo che la convinta partecipazione di tante aziende, pur con alcune importanti assenze, testimoni la determinazione e la volontà di tanti imprenditori di continuare a credere in una ripresa del mercato nei prossimi mesi. Tale impegno, dopo anni durissimi che hanno messo a dura prova le capacità di investimento sia finanziario che organizzativo che una fiera come MADE expo richiede, è stato premiato da un'affluenza buona, ma soprattutto qualitativa. L'edizione del 2015 ha fatto un nuovo passo verso una ridefi nizione della fiera come punto di incontro tra produttori, operatori e clienti finali, dove questi ultimi coronano gli sforzi di settimane alla ricerca di soluzioni abitative adatte alle loro esigenze. La fiera deve tornare a essere un luogo dove si concludono le ricerche che avvengono oggi sulla rete e nella filiera tradizionale: la giusta sintesi che sancisce l'impegno del produttore a fornire un servizio a 360°, rendendo l'esperienza in fi era non replicabile in altri canali e quindi unica.

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