Giochi in facciata per un polo chimico a tutta ecologia

Giochi in facciata

Lavorare sull'esterno per realizzare strutture prefabbricate originali. Antonio Gastoldi, progettista e direttore dei lavori, descrive la realizzazione

Il concetto di architettura ha oggi una valenza complessa, integrata, che non riguarda esclusivamente la definizione della forma di un edificio ma coinvolge tutta una serie di altri aspetti che è necessario tenere in considerazione e che contribuiscono a comporre il manufatto stesso. Questo approccio richiede una progettazione non fine a sé stessa ma capace di immaginare il suo effetto a opera compiuta, oltre i confini del cantiere. Nel nuovo polo chimico-farmaceutico del Gruppo Boehringer Ingelheim a Fornovo San Giovanni in provincia di Bergamo, l’intento è stato quello di realizzare una costruzione differente dalla classica tipologia di edificio industriale. Il progettista di questa opera, l’architetto Antonio Gastoldi, ha dato vita a una struttura prefabbricata, lavorando molto sull’aspetto esteriore.

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La monotonia è interrotta dalla dialettica tra parti trasparenti, serramenti a nastro e facciate continue e dai pannelli opachi in Alucobond, con la loro alternanza di colore. In questa dialettica rientrano anche le griglie frangisole in corrispondenza della copertura. La loro funzione è puramente estetica, come una sorta di paravento nascondono alla vista i macchinari presenti sul soffitto dell’edificio.

L’involucro è stato ampiamente articolato grazie anche alla scelta dei sistemi Eku 66TT HPS per i serramenti a nastro, Eku 50 Glass S per le facciate continue ed Eku Grid per le griglie frangisole. Tutti i serramenti realizzati sono a nastro con l’inserimento di alcuni battenti, per una superficie complessiva di 126 metri quadrati nella finitura grigio antracite. Il sistema utilizzato è l’Eku 66TT HPS con vetrocamera 6 temperato/camera 20 con gas argon/44.1 basso emissivo (Ug = 1,0 W/m2K), in modo da ottenere senza problemi una trasmittanza termica Uw inferiore all’1,4 W/m2K, così come richiesto dalla normativa vigente.

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Sempre con lo stesso sistema sono stati prodotti 30 metri quadrati di porte US che utilizzano, al posto del vetro, un pannello formato da doppia lamiera contenente lana di roccia. Per i 135 metri quadrati di facciata continua è stato scelto il sistema Eku 50 Glass S che utilizza il medesimo reticolo a montanti e traversi della Eku 50 Glass, ma è dotata di un particolare aggancio del vetro che consente una lettura strutturale della facciata, con un impatto estetico lineare e moderno, molto gradevole.

Chi ha installato gli infissi Eku in questa realizzazione?

Giochi in facciataGli infissi a marchio Eku sono stati montati dalla Divisione Allumini della Fors, che si è anche occupata della fornitura e del servizio di consulenza per tutto ciò che ha riguardato lo sviluppo del progetto per questa componente dell’involucro.

Quali sono stati, se ci sono stati, aspetti problematici da affrontare per il montaggio degli infissi?

Si è trattato di un intervento standard, l’unica difficoltà è stata quella di fissare i serramenti alla struttura prefabbricata di calcestruzzo, obiettivo raggiunto attraverso un sistema composto da lamiere zincate coibentate e rivestimenti di lamiera di alluminio studiati appositamente.

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In quale modo i serramenti hanno lavorato come elemento di giunzione fra interno ed esterno?

I serramenti lasciano intravedere l’inserimento di elementi di verde e specchi d’acqua, dettagli che proseguono anche negli ambienti interni con specchi d’acqua posizionati nell’edificio. All’ingresso e nella sala riunioni è stato realizzato un rivestimento di pannelli bianchi con decorazioni di alluminio satinato che rappresentano alberi stilizzati, richiamando il giardino esterno.

Quali sono state le esigenze progettuali richieste dalla committenza?

La costruzione doveva uscire dalla classica tipologia dell’edificio industriale. Pur essendo inserito in un polo produttivo, infatti, si voleva evitare la monotonia del tipico impianto industriale. Essendo una struttura prefabbricata, si è lavorato molto sull’aspetto esteriore. La monotonia è interrotta dalla dialettica tra parti trasparenti – serramenti a nastro e facciate continue – e i pannelli opachi in Alucobond, con una alternanza di colori. In questa dialettica rientrano anche le griglie frangisole in corrispondenza della copertura. La funzione di queste ultime è puramente estetica: come una sorta di paravento nascondono alla vista i macchinari presenti sul soffitto dell’edificio.

 

 

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