Dimensioni ridotte delle componenti, nuove finiture, attenzione al design e tecnologie smart sono le tendenze principali del settore maniglie.
Un settore articolato, perché composto da un alto numero di aziende attive e distribuite in diverse fasce di mercato, dal punto di vista di range di prezzo, di stile delle proposte, di collocazione geografica. Nonostante il fitto numero di realtà industriali e di specificità individuali, è comunque possibile riconoscere tre tendenze principali che oggi definiscono il settore: si tratta della ricerca nel ridurre le dimensioni di ogni componente della maniglia, l'innovazione nella proposta di finiture sempre più efficienti dal punto di vista tecnico e varie dal punto di vista estetico e, rimanendo nell'ambito stilistico, la costante concentrazione verso la ricerca di progetti di design di alta qualità, sviluppati grazie a collaborazioni eccellenti con designer e architetti. Ne dà conferma Carlo Olivari, terza generazione dell'omonima azienda di Borgomanero: "il settore maniglie è composto da un vasto numero di aziende, ognuna delle quali si muove secondo sue specifiche esigenze, di mercato e di prodotto. Negli ultimi anni da parte di Olivari è stata data particolare attenzione al tema estetico della riduzione dimensionale delle componenti tecniche: la rosetta per la porta, la placchetta per la finestra. Questa riduzione dimensionale non ha però pregiudicato le prestazioni: si è riusciti comunque a mantenere la durata di 1.000.000 di cicli, rispetto ai 200.000 richiesti dalla normativa più esigente".

Una tendenza in linea con quanto sta accadendo anche nel settore delle porte, chiaramente vicino a quello delle maniglie, considerando che la tipologia più richiesta e più studiata riguarda le porte con struttura filomuro. Minimalismo innanzitutto, dunque, per fare in modo che porta e maniglia si integrino con l'interior design generale, senza invadere gli spazi né dal punto di vista dimensionale né stilistico. Un altro ambito di attenzione, studio e ricerca riguarda le finiture, sempre più resistenti, dal punto di vista meccanico, e varie, dal punto di vista delle proposte cromatiche e delle texture: lucide, matt o tattili. Fra le ultime proposte, ad esempio, il nichel lucido, il rame o il bronzo satinato realizzati attraverso una finitura galvanica e la successiva superfinitura ottenuta con la tecnologia PVD (phisical vapor deposition), di Olivari, e, spaziando verso altre realtà, anche quelle studiate per ridurre l'impatto ambientale, usando materiali green e filiere produttive certificate, per contenere i consumi energetici e di materia prima.

Terza tendenza, in atto ormai da tempo e costante negli anni, è l'attenzione verso il design: ogni maniglia ha una storia a sé. "Quasi sempre", racconta Carlo Olivari, "il progetto per una nuova maniglia nasce dall'incontro e dalla collaborazione con un architetto o con un designer. E si sviluppa secondo dinamiche sempre variabili. A volte c'è un'architettura specifica e significativa da realizzare, che l'architetto vuole caratterizzare con una maniglia "speciale". E per avere un esempio concreto basta pensare al modello Lama, studiato per il grattacielo Pirelli, di Gio Ponti. Un esempio più recente è il modello Chevron, elaborato per un nuovo edificio posizionato lungo la High Line di New York e sviluppato dagli architetti dello studio di Zaha Hadid. A volte invece c'è un'intuizione del designer, che esprime un'esigenza estetica o un nuovo concetto tecnico. In questo ambito un esempio è stato il modello Total, di Rodolfo Dordoni, che ha ridotto le componenti della maniglia dalle tradizionali tre a solo due, essenziali e icastiche".

Ultima, ma non per importanza, l'attenzione verso l'applicazione delle tecnologie smart anche nell'ambito delle maniglie. Motori della ricerca, la volontà di garantire un livello crescente di sicurezza e di permettere il controllo da remoto di ogni elemento che compone l'involucro edile. Se l'applicazione delle soluzioni IoT è già evoluta è pressoché sistematica per quanto riguarda le porte blindate e di sicurezza, nel settore delle maniglie per interni la diffusione di software e APP di controllo non è ancora metodica e costante, ma diverse realtà aziendali stanno cominciando a collaborare con partner specializzati in questo ambito. La presentazione sul mercato di una nuova maniglia, quindi, è frutto di un percorso progettuale complesso e multitematico, studiato in ogni dettaglio per fare in modo che l'elemento sia adattabile a ogni progetto e pronto all'uso; da qui, le varie declinazioni per ogni modello, di colori e finiture, e la possibilità di scegliere fra diverse dimensioni. Il lavoro che sta alle spalle di ogni modello fa in modo che, nella maggior parte dei casi, non sia necessaria l’assistenza post vendita e che i tempi fra ordine e consegna siano molto rapidi.

Good Design Award
Il Good Design Award, assegnato dal Chicago Athenaeum Museum of Architecture and Design e promosso dall'European Centre for Architecture Art Design and Urban Studies viene conferito ai prodotti più innovativi dell'anno, distinti per funzionalità, ricerca del concept, materiale utilizzato, sostenibilità ed estetica. Nell'ultima edizione, a dicembre 2017, è stata premiata anche Mandelli 1953, per la maniglia Zeit disegnata da Marco Piva e per il progetto Juno, la maniglia in cemento di Alessandro Dubini. Nuovi effetti tattili e visivi per entrambi i modelli; nello specifico Zeit (tempo, in tedesco) rappresenta i 12 mesi dell’anno, 12 i settori nel quadrante dell’orologio e 12 le sfaccettature create simmetricamente sul corpo. I progetti premiati saranno esposti in modo permanente presso il Chicago Athenaeum.
Cosa vuol dire PVD?
PVD, acronimo di Physical Vapor Deposition (deposizione fisica da vapore) è un metodo usato per deporre film sottili sottovuoto e il suo uso risale a diversi secoli fa, ad esempio per la realizzazione degli specchi, ottenuti depositando un film di alluminio su una lastra di vetro. Nel tempo la tecnologia si è trasformata ed è enormemente evoluta, fino ad arrivare alla distinzione di diverse tecniche per ottenere il PVD e allargando il suo uso a diversi ambiti, dall’elettronica fino alle finiture per elementi legati all'edilizia, come gli infissi. I sistemi di evaporazione sono i seguenti:
• evaporazione termica;
• cannone elettronico;
• spluttering;
• evaporazione ad arco;
• pulsed laser deposition.
Ciascuna tecnica si sceglie e si applica in funzione del materiale su cui lavorare (chiamato substrato), variando fra ottone, zama, alluminio, acciaio, titanio, plastica, vetro/cristallo, ceramica e fibra di carbonio e del materiale da usare come rivestimento superficiale:
• zirconio (Zr),
• titanio (Ti),
• cromo (Cr),
• titanio-alluminio (TiAl),
• alluminio-titanio (AlTi),
• alluminio-cromo (AlCr) in miscela con gas tecnici come azoto (N),
• ossigeno (O2),
• acetilene (C2H2),
• metano (CH4).
Le combinazioni vengono studiate con l'obiettivo di raggiungere la durezza e la resistenza più utili al prodotto e non precludono dall'ottenere diversi colori, garantendo atossicità e contenimento dell’impatto ambientale.