Porte di vetro: dalle filomuro alle decorate, la trasparenza illumina la casa

Porte di vetro

Satinate, fumè, bronzate, riflettenti, verniciate o decorate: sono solo alcune delle possibilità previste dalle aziende produttrici per arricchire gli interni

Sì, le tipologie di porte sono numerose e altrettanto i materiali e le finiture proposte all’utente, ma una tendenza vince su tutte: si tratta delle porte filomuro. Il successo di questa tipologia nasce da due motori principali, il primo stilistico e il secondo prettamente funzionale.

Tendenze

Stile e funzionalità in primo piano con le trasparenze ad alta tecnologia

Dal punto di vista dell’interior design, per cominciare, le porte filomuro rispondono alla richiesta di purezza e semplicità: l’assenza di profili e ferramenta permette alle porte di partecipare al progetto d’interni senza influire sullo stile della casa o sulla tipologia di arredi, presentandosi, quindi, come una soluzione flessibile, adatta a ogni contesto perché discreta e in nessun caso invadente. Dal punto di vista funzionale, invece, la scelta è basata su altri due motivi: il primo è in linea con la metratura sempre più ridotta delle abitazioni, perché questa tipologia di porte occupa poco spazio e permette di sfruttare ogni centimetro di superfice abitabile.

Porte di vetro

Sempre nell’ambito della funzionalità, si tratta di installazioni adatte tanto a pareti di cartongesso quanto di muratura, rappresentando, quindi, una soluzione versatile. Il successo di questa tipologia di porte ha stimolato i reparti Ricerca&Sviluppo delle varie aziende del settore a sviluppare tecnologie e meccanismi in grado di supportarla, allargandone l’applicazione a tutti i materiali solitamente usati per questi elementi e, quindi, anche al vetro.

A oggi, dunque, i controtelai possono ospitare anche le lastre di vetro, tanto per le porte scorrevoli quanto per le filomuro, facendo sì che la porta aderisca direttamente alla parete, senza che rimangano visibili terzi elementi. Si tratta di un progresso strettamente legato all’evoluzione tecnologica, essendo necessarie componenti particolarmente ridotte, per sezioni sempre meno ingombranti. Il vetro, dunque, si adatta alle varie tipologie di porte proposte da progettisti e aziende del settore, ma, una volta scelto questo materiale, si apre un altro capitolo, dedicato alle varianti in cui è presentato, dal punto di vista sia tecnico che decorativo.

Porte di vetro

In relazione alla funzione che avrà, infatti, se semplice porta divisoria fra due ambienti o parte, per esempio, di una parete mobile, o, in casi estremi, elemento integrato in porte blindate, è proposto con varie caratteristiche e spessori. Nel caso, infatti, in cui sia richiesto che garantisca coefficienti di isolamento termico e acustico – per esempio, nei progetti per uffici in cui è richiesta trasparenza ma anche privacy – la porta di vetro sarà composta da due strati di vetro e, fra loro, una pellicola tecnologica in grado di aumentarne le caratteristiche isolanti.

Quando il vetro è inserito in porte blindate, è a sua volta “blindato” e si tratta, cioè, di un vetro di sicurezza stratificato, composto da due o più lastre unite fra loro usando laminati di diversa tipologia, scelti anche per fare in modo che il vetro non esploda. Il numero di varianti aumenta ancora quando è introdotto il capitolo dedicato alle porte di vetro decorato. Le ante vetrate più semplici sono di vetro trasparente, su base normale o extrachiara, ma la scelta può spaziare sia in termini di colore del vetro – quando omogeneo, sia in termini di decori applicati. Satinato, fumé, bronzato, riflettente, verniciato: sono solo alcune delle possibilità previste dalle aziende produttrici e, nella maggior parte dei casi, si tratta di un’offerta standard, che non prevede una particolare personalizzazione, e, quindi, un processo più lungo.

Un passo in più, invece, si fa nel caso in cui l’utente richieda un particolare decoro sull’anta che, quindi, andrà studiata su misura e realizzata da artigiani specializzati. In questo caso il percorso comprenderà una tappa in più, ma i controtelai non ne vengono influenzati, fermi restando lo spessore e il peso della lastra.

Porte di vetro

La norma Uni En 12150

Una porta con anta di vetro deve rispettare la norma Uni En 12150, dedicata al vetro temprato, che stabilisce standard relativi alle sue caratteristiche ottiche e alla difettologie, prendendo in considerazione l’“onda del rullo”, legata alla particolare lavorazione delle lastre calde quando a contatto con i rulli, e l’anisotropia, cioè l’iridescenza, le cui caratteristiche sono legate anche al processo di produzione, e che si concretizzano in zone che producono un effetto birifrangente nel vetro, visibile alla luce polarizzata; si tratta delle cosiddette “macchie di leopardo” che si notano guardando il vetro. Terza caratteristica normata nella Uni En 12150 è l’incurvamento delle lastre temperate, uno dei più frequenti motivi di deformazione.

La norma per il vetro in edilizia attesta che «per effetto della sua natura, il processo di indurimento termico non può dare un prodotto piano come il vetro ricotto»; le distorsioni previste dalla norma possono essere sia di “incurvamento globale o generale” che di “incurvamento localizzato”. La norma specifica come margine di tolleranza 0.003 mm/mm per l’incurvamento globale (ovvero 3mm ogni 1000 mm) e 0.5 su 300 mm per l’incurvamento localizzato.

Quando la lastra è isolante

È intuitivo: il potere isolante del vetro aumenta con l’aumentare della sua massa, quindi, perché, in purezza, sia in grado di proteggere dalla dispersione termica e dalla diffusione del rumore, è necessario affiancare diverse lastre. Nel caso delle porte, come anche delle pareti mobili di vetro, si tratta di una soluzione non percorribile perché il peso pregiudicherebbe la possibilità di usare controtelai di dimensioni contenute.

In questo caso, quindi, si possono mettere in atto altre soluzioni: si pone particolare attenzione ai giunti per fare in modo che si riduca la trasmissione sonora e si inseriscono, fra gli strati, sottili pellicole isolanti; «le pellicole acustiche inserite all’interno del vetro seguendo la tecnica della stratificazione danno buoni risultati. Anni fa eravamo fermi al vetro temprato, come materiale, e si poteva lavorare solo sugli spessori, mentre oggi, grazie all’inserimento di queste pellicole, si raggiungono soluzioni molto performanti.

E anche le guarnizioni danno un grande ritorno, grazie anche a nuovi materiali compositi, come la schiuma che aderisce meglio compattando in modo più preciso. Sigillare bene la lastra di vetro, infatti, è una delle condizioni necessarie per ottenere un buon risultato in termini di acustica», conferma Maurizio Sacchi, amministratore delegato di Vetroin.

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