Intervista all’A.D. Claudio Bertolotto: una storia di porte

Trent’anni di know-how non bastano, Bertolotto continua a fare ricerca e a proporre nuovi progetti e nuove idee. 20 collezioni, 80 colori, 19 essenze.

Da iniziative come Portamazione, il progetto sviluppato per rottamare la propria porta e sostituirla con una nuova a condizioni vantaggiose, alla presenza costante e capillare in occasione degli eventi tematici e delle fiere in tutto il mondo, fino alle collaborazioni eccellenti con designer e architetti: lazienda Bertolotto si conferma come protagonista del settore delle porte per interni. Attiva da trent'anni, fra le sue collezioni comprende porte in legno massello o in materiali high tech, risultato dei processi di innovazione e ricerca; incise, dipinte a mano, di stile tradizionale e contemporaneo. Le collezioni sono venti, declinate in ottanta colori, diciannove essenze e numerosissime varianti, anche su richiesta, per rispondere con efficacia alle richieste dei clienti. Al 100% made in Italy, Bertolotto distribuisce i propri prodotti in oltre quaranta paesi nel mondo, avvalendosi di una rete di distribuzione efficiente e con programmi di ampliamento verso America e Paesi del Medio Oriente, come dà conferma Claudio Bertolotto, amministratore delegato dell’azienda. A seguire, infatti, il dettaglio delle sue considerazioni su passato, presente e futuro.

Come è nata Bertolotto e a cosa vi dedicate?
È un'azienda di famiglia, fondata da mio padre, Attilio Bertolotto, nel 1988. Produciamo da trent'anni porte per interni, che commercializziamo in Italia e all'Estero. L'azienda è italiana, con produzione, materiale, design interamente made in Italy. La nostra sede è in provincia di Cuneo, in uno stabilimento che al momento raggiunge una superficie di 100mila m2, di cui 45mila coperti. Produciamo 38mila modelli di porte, comprendendo anche molte varianti su misura: questa caratteristica ci permette di raggiungere i progetti e i clienti di tutto il mondo, in cui le diverse esigenze fanno la differenza.

Vi occupate anche di innovazione e ricerca?
Ogni giorno progettiamo e sperimentiamo prodotti nuovi, materiali diversi e design particolari. Non tutti superano il passaggio del test, ma certamente sono la base per nuove altre idee. Ci concentriamo molto sul design e sull'utilizzo di materiali che rendano la porta un oggetto di arredo, bello e funzionale, resistente nel tempo. Una parte della nostra ricerca si concentra sulle richieste del mercato estero, per trovare soluzioni ideali per i diversi climi, gusti e culture.

Quali sono i vostri prodotti cult?
Spero che il prodotto di maggior successo sia quello che produrremo. In questo momento siamo entusiasti per il successo avuto dal progetto Portamazione, una campagna per incentivare la rottamazione delle vecchie porte che abbiamo lanciato a luglio 2017 e che è ripartita a gennaio. Per questa campagna abbiamo registrato un marchio, creato un sito dedicato e coinvolto una selezione di nostri rivenditori.

Quali sono le vostre iniziative legate al contenimento dei consumi e dell'impatto ambientale?
Con l'ampliamento dello stabilimento abbiamo installato il nuovo impianto di riscaldamento a biomassa (basato sull'uso del cippato di puro legno), per 3 megawatt di potenza. Si tratta di un primo passo per quella che sarà una trasformazione che vedrà l'azienda impegnata nei prossimi anni a diventare sempre più "green".

Collaborate con designer esterni o vi avvalete di un gruppo di progettisti interni?
Da anni lavoriamo con l'artista Elio Garis, con Gianni Arnaudo e importanti nomi del panorama dell'architettura e del design, e nel 2017 abbiamo intrapreso una collaborazione con l'artista brasiliano Romero Britto che ha disegnato la linea Britto Loves Bertolotto.

A quali mercati vi rivolgete e dove riscontrate maggior movimento?
Oltre al mercato italiano ed europeo stiamo rafforzando la rete distributiva in America e nei Paesi del Medio Oriente, anche grazie alla costante presenza presso fiere e manifestazioni di riferimento per il settore dell'edilizia.

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