Maniglie prestigiose: dal passato tanto carattere che dona eleganza

Maniglie prestigiose

Intorno al 1932 Marcello Piacentini ha concluso il monumentale Palazzo di Giustizia di Milano. Il progetto ha visto l'impiego di Iustitia e Libertas, due maniglie progettate ad hoc

Ci sono prodotti e materiali che durano nel tempo, sia per le linee estetiche sia per la corretta funzionalità e qualità. Alcuni di questi sono il frutto di idee progettuali di grandi architetti che, collaborando con aziende di prestigio, hanno scritto la storia del design con pezzi arrivati fino a oggi.

Lo sa bene un’azienda come Olivari che, con i suoi cento anni di storia, ha sempre ricercato il massimo della qualità affidandosi alla creatività dei migliori progettisti.

Evoluzione
In cento anni di storia Olivari ha sempre dato il meglio
Di generazione in generazione, la famiglia Olivari ha tramandato fino a oggi l’attenzione per i dettagli, la ricerca dell’innovazione e, soprattutto, la passione per il lavoro. In tutti questi anni, la storia di Olivari è stata densa di queste collaborazioni prestigiose e città come Milano hanno visto la realizzazione di progetti importanti diventati edifici simbolo. Fra i tanti, Marcello Piacentini, intorno al 1932, ha concluso il monumentale Palazzo di Giustizia e, oltre a realizzare l’intero edificio, si è occupato anche della cura di diversi dettagli come della progettazione delle due maniglie di ottone Iustitia e Libertas, tuttora presenti negli ambienti interni a servizio delle porte. Queste due maniglie sono considerate tra i primi modelli classici della Olivari, accessori, oggi, fuori produzione, ma che continuano a rifinire ancora le porte di questo imponente edificio.

 

Maniglie prestigiose

Oggi le preziose collaborazioni con vari designer e architetti ancora continuano. Grandi progettisti contemporanei, quali Piero Lissoni, Rodolfo Dordoni, Patricia Urquiola, Jean Nouvel, esprimendosi con linguaggi diversificati, stanno tutt’ora creando maniglie minimali, ergonomiche, scultoree, ironiche.

Lo stile di Iustitia e Libertas: un progetto ad hocManiglie prestigiose

I nomi delle due maniglie sono stati scelti in riferimento alla monumentalità del palazzo e alla classicità romana dalla quale aveva preso ispirazione. La dimensione stessa delle maniglie è sovradimensionata, sia per la sensazione di forza e durata che dovevano dare sia per la proporzione che dovevano avere sulle porte molto grandi sulle quali erano montate. Lo stile di entrambe le maniglie è legato al periodo storico e al fatto che il progetto dell’architetto Piacentini ha riguardato l’architettura, ma si è esteso anche alla decorazione degli interni e alla finiture, quali erano anche le maniglie, in una visione unitaria e complessiva. Entrambe le maniglie sono sorprendenti e dotate di un gran carattere, se si osservano i cataloghi di maniglie di quell’epoca.

Libertas ha una linea “importante”, più classica, una forma geometriManiglie prestigioseca decisa, impreziosita e snellita da una sorta di cornice che ne percorre il perimetro frontale.

Iustitia, invece, è più “ricercata”, più moderna, con una sezione triangolare e posteriormente raggiata che progressivamente si rastrema, con una rosetta tronco-conica che ben si raccorda al mozzo.

 

Intervista ad Antonio Olivari, responsabile di ricerca e sviluppo

Com’era nato, ai tempi, il rapporto di lavoro fra l’architetto Marcello Piacentini e la Olivari?

Maniglie prestigioseLa nostra azienda è stata fondata nel 1911 da Battista Olivari, nostro nonno. A metà degli anni ’30, quando sono state realizzate le maniglie per il Palazzo di Giustizia di Milano, la responsabilità della conduzione delle Premiate Officine B. Olivari di Borgomanero era della nonna, Antonietta Ramelli, subentrata nella conduzione dell’azienda, nel 1926, a causa della improvvisa morte del marito. Purtroppo, non abbiamo trovato documenti scritti del rapporto intercorso perché, con la seconda guerra mondiale, la fabbrica è stata riconvertita alla produzione bellica e tutti gli archivi sono andati dispersi.

Abbiamo conservato solo i ricordi di nostro papà Ernesto, che ci ha raccontato di questa fornitura prestigiosa, e i suoi schizzi delle maniglie, con cui ci ha spiegato le tecnologie di produzione con cui erano state realizzate.

A distanza di quasi novanta anni, quale è il loro stato di conservazione?

Hanno resistito bene all’usura del tempo e dell’utilizzo e sono ancora in piena efficienza. Entrambe erano state ricavate per fusione in terra, una lavorazione allora molto utilizzata per le maniglie. Libertas è in lega di ottone, mentre Iustitia è di bronzo.

Per entrambe si è ricorso alla tecnica dello svuotamento dell’interno della maniglia, consistente nell’utilizzo di un’“anima” di sabbia. Questa tecnica consentiva di lasciare cavo l’interno della maniglia e di utilizzare, quindi, meno materiale, all’epoca molto prezioso e costoso.

Inoltre, il minor peso consentiva una minor sollecitazione delle serrature e, quindi, una maggiore durata delle stesse. Infine, occorre sottolineare che le superfici delle maniglie erano lasciate “nude”, non protette, e, quindi, si ricoprivano progressivamente di una patina più scura, dovuta all’ossidazione. Però, potevano periodicamente essere riportate a lucentezza originale tramite una lucidatura manuale.

Ai tempi del progetto, a quali porte erano state abbinate?

È interessante notare che le due maniglie, differenti nello stile e nel materiale, erano state destinate a porte e a uffici differenti, secondo una logica gerarchica. Libertas era destinata agli ambienti utilizzati dalle gerarchie più elevate, invece, Iustitia era presente in quelli più operativi. Inoltre, Libertas aveva due versioni, una più grande per le porte principali e una più piccola per quelle secondarie.

Come era il meccanismo d’installazione predisposto per queste maniglie?

L’ installazione era quella ancora oggi utilizzata, con fissaggio delle rosette alla porta tramite viti a legno e con ferro quadro. Al tempo non c’erano le molle di ritorno nelle rosette, ma evidentemente le serrature erano dimensionate adeguatamente per le specifiche esigenze e sollecitazioni.

È stata questa, a quel che ci risulta, la prima occasione di collaborazione di Olivari con un architetto per la realizzazione di maniglie destinate a una ben specifica architettura.

Nel dopoguerra, i rapporti di Olivari con gli architetti più importanti e per le architetture più significative si sono moltiplicati e hanno permesso a Olivari di caratterizzarsi tra le aziende di riferimento nell’allora nascente made in Italy. Ancora oggi è questa la costante che rende unica la nostra azienda: l’attenzione estrema alla qualità della progettazione e della produzione.

 

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